La storia della Civita

La Civita (a Cìvita in dialetto catanese) si trova nella zona sudorientale della città di Catania. E’ il quartiere storico per eccellenza della Città di Catania, il più antico.

Emergono diverse ipotesi riguardanti l’origine del nome; tra queste, quella più concreta rivela che agli albori, il quartiere doveva essere una vera e propria cittadella (dalla parola latina “civitas”, ovvero “cittadella”).

Nel XVI secolo fu  una delle zone di Catania maggiormente fortificate con le mura difensive fatte erigere dal Sacro Romano Imperatore Carlo V d’Asburgo, re di Sicilia. Era popolata da nobili, ricchi ed era proprio in corrispondenza del futuro porto. Proprio per le vicinanze con quest’ultimo, la principale attività economica degli abitanti è sempre stato e lo è ancora, quello della pesca.

 Durante il periodo della dominazione araba della Sicilia, ovvero al X secolo, fu una zona prediletta dagli emiri, in quanto proprio qui fecero edificare la “Moschea del Venerdì”, cioè quella di tutta la città, ragione per cui viene indicata anche con l’appellativo di quartiere islamico.

La colata lavica del 1669 e il terremoto del 1693 che distrussero Catania, assieme alla successiva ricostruzione, modificarono l’assetto urbanistico della città. A partire dalla fine del XVII secolo, infatti, la zona viene riedificata in modo regolare con la costruzione di dimore nobiliari, borghesi e popolane, e di strade più larghe.

Nel 1833, la Civita fu tra i quartieri catanesi più colpiti dall’epidemia di colera, che generò molte vittime, ed era dovuta principalmente alla sua consistente densità abitativa. L’amministrazione comunale elaborò, quindi, un importante piano di risanamento del quartiere, con la realizzazione di alcune strade larghe come Via Salvatore Calì, Via Porta di Ferro e Via San Gaetano.

Dopo l’Unità d’Italia, fu avviata la costruzione della rete ferroviaria in Sicilia, e il quartiere ne fu interessato poiché vennero costruiti gli Archi della Marina, il viadotto della ferrovia Messina-Siracusa.

Distrutta per buona parte del suo abitato dai bombardamenti aerei della Seconda guerra mondiale, le numerose dimore patrizie furono abbandonate dai proprietari, e la Civita fu interessata dal degrado urbano. Alcune di esse furono recuperate e riqualificate verso la fine degli anni Novanta del XX secolo per interesse dell’amministrazione comunale.

Oggi nel quartiere ritroviamo ancora i meravigliosi palazzi nobiliari delle epoche antiche e le chiese storiche; questa zona viene appunto chiamata Catania Vecchia. Ci troviamo in una posizione strategica, a due passi dal Duomo, cuore pulsante della città e vicino al Porto.

I luoghi più significativi del quartiere sono:

  • Chiesa di San Placido, sorge nell’omonima Piazza, edificata nel 1409. Di fronte alla Chiesa sorge la più antica cereria di Catania e la seconda in tutta Italia attiva dal 1795.
  • Chiesa di San Gaetano alla Marina, in via S.Gaetano, edificata nel XVIII secolo.
  • Chiesa San Francesco di Paola, nell’omonima piazza, edificata nel XIV secolo.
  • Moschea della Misericordia, ha il primato di essere la più grande del sud Italia, sorge nel lato sud-est di Piazza Cutelli.
  • Palazzo Biscari, palazzo nobiliare costruito nel 1763, oggi uno dei Musei della città.
  • Palazzo Platamone, Via Vittorio Emauele, appartenuto alla famiglia nobile, poi divenuto “Monastero di San Placido” ed ora Casa della Cultura. Secondo la tradizione sarebbe nata qui la Patrona della città Sant’Agata.
  • Cappella Bonajuto di probabile origine bizantina.
  • Teatro Coppola, il primo teatro della Città.
  • Palazzo Reburdone e il Palazzo Pedagaggi che attualmente sono sede del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università degli studi di Catania.

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